LA PROCURA DI PALERMO CHIEDE IL COMMISSARIAMENTO DELL AMAP
La Procura di Palermo ha chiesto al gip il commissariamento dell’Amap, l’azienda partecipata del Comune che gestisce il servizio idrico a Palermo..
La circostanza è stata riferita alla “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti “dal Procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi e dai procuratori aggiunti Marzia Sabella e Sergio De Montis.
Nel corso dell’audizione sono emerse criticità nella gestione di diversi impianti di depurazione.
L’inchiesta starebbe portando alla luce gravi responsabilità sull’ inquinamento del mare del golfo di Palermo a causa di criticità nella depurazione e nel trattamento dei fanghi.
Questi, anziché essere smaltiti in appositi impianti, secondo quanto riferito, sono finiti spesso in mare.
Rispetto al depuratore di Acqua dei Corsari di Palermo, per esempio, i magistrati hanno riferito che invece di una produzione di circa 44 mila tonnellate di fanghi stimata in condizioni di normale funzionamento, dal 2015 al 2017 l’impianto ha prodotto una quantità notevolmente inferiore , scesa ulteriormente ,nel 2018, a sole 28 tonnellate.
Il resto, secondo quanto riferito dai magistrati, sarebbe stato scaricato in mare.
Nell’impianto sono stati conferiti anche il percolato proveniente dalla discarica di Bellolampo.
Secondo quanto dichiarato dai magistrati , si presume che anche questo pergolato,altamente inquinante, sia finito in mare insieme fanghi.
L’inchiesta della Commissione sulla depurazione delle acque reflue in Sicilia – afferma il presidente della Commissione Ecomafie l’on. Stefano Vignaroli- sta portando alla luce situazioni davvero surreali. Il depuratore di Acqua dei corsari a Palermo è un esempio eclatante: in mare non avrebbe scaricato solo fanghi, ma anche il percolato di Bellolampo.
Secondo le stime della Procura per il solo impianto di Acqua dei corsari sarebbero stati risparmiati 7 milioni di euro all’anno per la mancata corretta gestione dei fanghi.
L’Amap è indagata come persona giuridica assieme a Maria Concetta Prestigiacomo (ex presidente e attuale assessore del Comune di Palermo alle Opere pubbliche), Alessandro Di Martino (attuale amministratore unico di Amap), e ad alcuni dirigenti dell’azienda
Secondo i pubblici ministeri Bruno Brucoli e Andrea Fusco, questi anni di incuria avrebbero provocato un grosso danno ambientale.
Il reato è contestato con l’aggravante di avere prodotto l’inquinamento in un’area protetta e cioè quella del golfo di Castellammare.
Prestigiacomo e Di Martino sono anche accusati di non avere eseguito la manutenzione e di avere risparmiato sui costi dello smaltimento dei fanghi prodotti nei depuratori di Acqua dei Corsari, a Palermo, e nei Comuni di Balestrate, Carini, Trappeto e in altri comuni che avevano siglato un accordo con Amap.
P.S. E poi ci meravigliamo se da anni la costa sud è inquinata